Oltre la paura by Adolfo Ceretti Roberto Cornelli

Oltre la paura by Adolfo Ceretti Roberto Cornelli

autore:Adolfo Ceretti, Roberto Cornelli [Cornelli Roberto, Ceretti Adolfo]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Feltrinelli Editore
pubblicato: 2018-09-06T16:00:00+00:00


6. Immunizzarsi dal contagio

La spasmodica attenzione alle inciviltà, quale segnale di un degrado della civiltà e di un rischio di ritorno alla barbarie, sostiene misure di immunizzazione, che non fanno altro che esasperare l’atomizzazione individuale e la crisi del legame sociale.

Parlando di questi temi tornano alla mente le acute riflessioni su immunizzazione e contagio di Roberto Esposito, secondo cui fenomeni molto diversi tra loro, e che occupano la scena mediatica e le preoccupazioni quotidiane, sono riconducibili a una risposta protettiva nei confronti di un rischio: “Che si tratti dell’esplosione di una nuova malattia infettiva, [...] dell’improvvisa intensificazione del flusso migratorio o della manomissione dei grandi sistemi di comunicazione – per non parlare di un attacco terroristico – quello che comunque si presenta è la rottura di un precedente equilibrio e dunque l’esigenza della sua ricostruzione”.41 L’equilibrio spezzato rimanda immediatamente, in questi casi, ai caratteri dello sconfinamento, in base al quale il confine di un corpo, singolare o collettivo, individuale o politico, viene valicato, insidiato e, dunque, alterato, trasformato e corrotto: “Ciò che prima era sano, sicuro, identico a se stesso è ora esposto a una contaminazione che rischia di devastarlo”.42 L’esigenza di immunizzazione che deriva da queste minacce diventa oggi un perno di “rotazione simbolica e materiale dei nostri sistemi sociali”, non tanto per la contaminazione in quanto tale, che costituisce una minaccia inevitabile a ogni forma di vita individuale e collettiva, quanto per la sua “diramazione incontrollata e inarrestabile in tutti i gangli produttivi della vita”.43 Su un piano più fattuale, le minacce all’integrità dei cittadini si manifestano ovunque, senza che le comunità fisiche di appartenenza (isolati, quartieri, cittadine, città) riescano a erigere barriere, fisiche o simboliche (mura, fossati, dogane, confini), davvero protettive e capaci di parare, respingere e allontanare pericoli percepiti come attacchi esterni – quali essi siano: migranti clandestini, terroristi, delinquenti sessuali, persone incivili, virus elettronici. Come ci si difende da intrusi che abitano le nostre città (che sono anche le loro), che utilizzano le nostre reti informatiche (che sono anche le loro), che vivono stabilmente nel nostro corpo sociale (che è anche il loro), proprio come i batteri e i virus abitano e sono parte di quel corpo biologico che minacciano?

Ci limitiamo, per ora, a descrivere ciò che per lo più accade, e non ancora ciò che ci auguriamo possa accadere.

La promessa di immunizzazione da ogni rischio o minaccia sociale, non potendosi più ancorare sulla fisicità dei confini di una comunità (anche nel caso estremo delle gated communities), finisce col ricadere sull’individuo, che di volta in volta diventa persona da controllare o vittima da proteggere. Nel contempo si assegna a ciascuna delle potenziali vittime una centralità inedita, in quanto promotrice di progetti di contrasto alla criminalità, consumatrice di prodotti per la sicurezza e, attraverso una sempre più chiara delega statuale, ideatrice e gestrice di servizi di sicurezza. All’individuo, pensato dalla Politica quale vittima potenziale, spetta il compito di difendersi da sé, cooperando con le istituzioni, acquistando prodotti e servizi a protezione di beni e persone care, oppure agendo in prima persona.



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